Intercettazioni – reazioni dei magistrati al ddl

Il pm Ingroia: “Si minacciano le indagini”

Roma, 13 giugno 08 – Subito dopo l’ok al nuovo Ddl sulle intercettazioni, fioccano le reazioni. La prima è quella dell’esponente del Pdci Pino Gobio
PINO GOBIO: GIUDICI IMBAVAGLIATI
IL PM INGROIA: ACCELERARE I TEMPI DEL PROCESSO
”Oggi circa il 70 per cento delle indagini sulla criminalita’ organizzata si fonda sulle intercettazioni telefoniche, qualsiasi limitazione nell’ambito dei reati e’ una minaccia all’efficienza di questo strumento investigativo”, è la posizione del sostituto procuratore della Dda di Palermo A. Ingroia, intervistato da G. Marrazzo a L’Avvelenato su Ecoradio.
Ingroia afferma di comprendere le ragioni del dibattito sull’ eccesso di utilizzo dello strumento, ma pensa che i rimedi siano altri. ”In primo luogo – afferma il Pm – bisognerebbe fare una riforma che acceleri i tempi del processo
ANM: E’ ALLARME SOCIALE
I magistrati sono “in allarme” per la nuova normativa sulle intercettazioni: se il nuovo testo entrerà in vigore così come è, infatti, lo strumento intercettativo “non si potrà più utilizzare per numerosi reati che creano davvero un allarme sociale.
Fra questi la rapina semplice, il furto in appartamento, il sequestro di persona non a scopo estorsivo (Art. 605 C.p.), lo sfruttamento della prostituzione”. A sintetizzare la posizione delle toghe è stata fra gli altri Anna Canepa, vicesegretaria dell’Anm, al termine dell’incontro avuto alla Camera con il presidente Gianfranco Fini

~ di emsi76 su 15, giugno 2008.

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